Durruti senza miti ne labirinto e altre estampas

Año publicación: 
2023
Autor / es: 
Augustín Guillamón
Editorial: 
Massari editore
ISBN: 
978-88-457-0382-9
Páginas: 
120

PROLOGO di Octavio Alberola

Il titolo del libro può fuorviare il lettore e fargli credere che sia centrato interamente su Durruti; ma il vero obiettivo dell’autore è più ambizioso: approfondire l’analisi storica degli avvenimenti cruciali del luglio 1936, per definire le responsabilità riguardo alla polemica decisione da parte dell’anarchismo spagnolo di dare priorità alla sconfitta del fascismo più che alla rivoluzione.

Una decisione che provocò divisioni e conflitti tra le file anarchiche, e servì a giustificare la partecipazione al governo e la militarizzazione delle milizie, contribuendo a rallentare e indebolire la collettivizzazione dell’economia e della società, principale obiettivo della rivoluzione. Tuttavia, il rallentamento e l’indebolimento non impedirono al processo di collettivizzazione di rimanere nella storia come uno dei traguardi più importanti raggiunti dal movimento di emancipazione del proletariato mondiale.

Non c’è da meravigliarsi, visto che, essendo iniziata spontaneamente dopo la rivolta militare, questa esperienza rivoluzionaria avrebbe dapprima commosso e diviso il mondo, e poi prodotto una profonda ammirazione. Già nel 1938, una delle menti più lucide dell’epoca, George Orwell, scrisse e pubblicò un libro intitolato Homage to Catalonia, nel quale lasciò testimonianza dell’eccezionale trascendenza di quell’esperienza rivoluzionaria: «Per la prima volta in vita mia, mi trovavo in 9 una città in cui la classe operaia teneva le redini (…). In realtà, ciò che è accaduto in Spagna non è soltanto una guerra civile, ma l’inizio di una rivoluzione».

E molti anni dopo, Guy Debord, altra mente lucida, scrisse ne La société du spectacle (1967) che «Nel 1936 l’anarchismo ha realmente condotto una rivoluzione sociale e l’abbozzo, il più avanzato che mai si sia visto, di un potere proletario» [trad. it., Massari ed., p. 89]. E ancora Noam Chomsky, considerato l’intellettuale più influente del mondo, scrisse nel suo libro On Anarchism (2008) che il miglior esempio che può avere una rivoluzione anarchica su grande scala «è quello della Rivoluzione spagnola del 1936, nel corso della quale s’instaurò nella maggior parte della Spagna Repubblicana una rivoluzione anarchica estremamente esemplare». Per questo, nella misura in cui si constata l’enorme divario tra l’aspirazione emancipatrice della nostra attualità sociale e quelle gesta rivoluzionarie che furono molto più di una «breve estate dell’anarchia» (come la definì nel 1972 l’intellettuale tedesco Hans Magnus Enzensberger), ci sentiamo interpellati e interessati nel comprendere il perché e il come venne presa la decisione tanto contestata degli anarchici nel luglio 1936.

Da qui l’utilità dei lavori di ricerca storica per definire le responsabilità nel prendere quella decisione e il valore della ricerca di uno storico, in questo caso Augustín Guillamón, così coinvolto nell’attualità sociale moderna. Sta comunque ad ogni lettore e lettrice trarre le conclusioni e gli insegnamenti da poter utilizzare nella lotta sociale dei nostri tempi

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